Page 3 - L'uniformità alla volontà di Dio
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Alfonso de’ Liguori



                                     Uniformità alla Volontà di Dio


                                          Opere Spirituali - Bassano 1777


                  Tutta la nostra perfezione consiste nell’amare il nostro amabilissimo Dio: Charitas est
                  vinculum perfectionis. (Col. 3.14). Ma tutta poi la perfezione dell’amore a Dio consiste
                  nell’unire  la  nostra  alla  sua  santissima  volontà.  Questo  già  è  il  principale  effetto
                  dell’amore,  dice  S.  Dionigi  Areopagita  (de  Div.  Nom.  c.  4.)  l’unire  le  volontà  degli
                  amanti, sicchè abbiano lo stesso volere. E perciò quanto più alcuno sarà unito alla divina
                  volontà, tanto sarà maggiore il suo amore. Piacciono sibbene a Dio le mortificazioni, le
                  meditazioni, le communioni, le opere di carità verso il prossimo; ma quando? quando
                  sono secondo la sua volontà; ma quando non vi è la volontà di Dio, non solamente egli
                  non le gradisce, ma le abbomina, e le castiga. Se mai vi sono due servi, l’un de’ quali
                  fatica tutto il giorno senza riposare, ma vuol fare ogni cosa a suo modo, l’altro fatica
                  meno, ma ubbidisce in tutto: certamente il padrone amerà questo secondo, e non il primo.
                  Che  servono  l’opere  nostre  allà  gloria  di  Dio,  quando  non  sono  secondo  il  suo
                  beneplacito? Non vuole il Signore sacrifici (dice il Profeta a Saulle), ma l’ubbidienza ai
                  suoi voleri: Numquid vult Dominus holocausta, et victimas, et non potius, ut obediatur
                  voci Domini? . . Quasi scelus idolatriae est nolle acquiescere. (1 Reg. 15.22) L’uomo,
                  che  vuole  operare  per  propria  volontà  senza  quella  di  Dio,  commette  una  specie
                  d’Idolatria, poiché allora in vece di adorare la volontà divina, adora in certo modo la sua.


                  Questa dunque è la maggior gloria, che noi possiamo dare a Dio, l’adempire in tutto i suoi
                  santi voleri. Il nostro Redentore, che venne in terra a stabilire la divina gloria, questo
                  principalmente  venne  ad  insegnarci  col  suo  esempio.  Padre:  Hostiam  et  oblationem
                  noluisti, corpus autem aptasti mihi; tunc dixi ecce venio, ut faciam, Deus, voluntatem
                  tuam. (Heb. 10.5) Voi avete rifiutate le vittime, che v’ hanno offerte gli uomini; voi
                  volete, ch’ io vi sacrifichi il corpo, che m’ avete dato, eccomi pronto a fare la vostra
                  volontà. E di ciò si protestò più volte, ch’ egli era venuto in terra non a fare la sua, ma
                  solamente la volontà del suo Padre: Descendi de caelo, non ut faciam voluntatem meam,
                  sed  voluntatem  ejus  qui  misit  me.  (Jo  6.38)  Ed  in  ciò  volle,  che’  l  mondo  avesse
                  conosciuto l’amore, che gli portava al suo Genitore, in ubbidire alla sua volontà, che lo
                  volea  sagrificato  sulla  croce  per  la  salute  degli  uomini;  così  appunto  disse  nell’orto,
                  allorchè andò all’incontro ai suoi nemici, che venivano a prenderlo per condurlo alla
                  morte: Ut cognoscat mundus, quia diligo Patrem, et sicut mandatum dedit Pater, sic
                  facio; surgite, eamus hinc. (Jo 14.31) Ed in ciò disse, ch’ egli riconoscea che fosse suo
                  fratello,  chi  avesse fatta la divina volontà:  Qui fecerit voluntatem Patris  mei. (Matth
                  12.50) ipse meus frater.

                  Tutti  i  Santi  in  ciò  hanno  avuta  sempre  fissa  la  mira  in  fare  la  divina  volontà,  ben
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