Page 14 - L'immortalità dell'Anima
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dell'esistere. Sull'argomento, come penso, è stato detto abbastanza ed è stato
dimostrato con sicuro argomento che l'eventualità è impossibile. Tuttavia
bisogna anche considerare che v'è un solo motivo di tale difficoltà. Si deve
ammettere infatti che la coscienza di chi non sa, si trova in uno stato di
deperimento e quella di chi ha scienza in una esseità più perfetta e piena. Ma la
coscienza è sciente in grado sommo quando intuisce la verità a sé sempre
medesima e vi aderisce immobile, congiunta di amore sovrasensibile. Nessuno
ne può dubitare. Inoltre la verità di tutte le cose che hanno in qualche modo
l'essere, ha l'essere nel grado più alto possibile. Quindi lo spirito ha da essa
l'essere in quanto tale o lo ha da sé. Se lo ha da sé, poiché è a sé causa
dell'esistere e giammai si abbandona, mai si corrompe, come abbiamo
dimostrato dianzi. Ma nell'ipotesi che lo abbia da quella esseità, bisogna
indagare quale cosa sia tanto contraria allo spirito che gli tolga l'essere
spirituale da quella partecipatogli. Che cosa dunque? Forse la soggezione al
sensibile perché quella è pura intelligibilità?. È manifesto e di facile
dimostrazione il limite entro cui essere nel sensibile può negare l'essere
spirituale. Può forse fare altro che porre nel sensibile? Intanto l'individuo vive
soltanto se è nel sensibile. Dunque l'essere nel sensibile non può far corrompere
lo spirito. Ma se l'essere nel sensibile, che è contrario all'essere intelligibile, non
può togliere allo spirito di esser spirito perché gli è comunicato dall'essere
intelligibile che assolutamente non può soccombere, che altro si può trovare che
sottragga allo spirito l'esser spirito? Nulla certamente, poiché non v'è contrario
che sia più efficiente nel negare l'essere comunicato dal suo contrario.
... né da un essere superiore;
12. 19. Ma cerchiamo il contrario dell'essere intelligibile, non in quanto
intelligibile ma in quanto essere trascendente e infinito. Ovviamente esso è tale
in quanto intelligibile, poiché intendiamo per l'essere intelligibile quello per cui
tutte le cose sono intelligibili in quanto hanno l'essere ed hanno l'essere in
quanto sono intelligibili. Comunque non intendo passare sopra all'argomento
perché mi favorisce. Se nessuna esseità in quanto tale ha il suo contrario, a più
forte ragione non ha il contrario la esseità che è l'essere intelligibile in quanto
tale. La premessa è vera. Infatti ogni esseità in tanto è esseità in quanto ha
l'essere. Ora l'essere ha per contrario il non essere; ne consegue che l'esseità non
ha contrario. Quindi è impossibile che vi sia una esseità contraria all'essere
sussistente infinito e originario. Ammettiamo dunque che lo spirito da esso
partecipi ciò che è. Infatti non potendo parteciparselo da sé, può parteciparlo
soltanto da un essere che è in più alto grado dello spirito stesso. Quindi non v'è
esseità che glielo faccia perdere poiché non v'è esseità contraria a quella da cui
partecipa. Pertanto non può cessare d'esistere. Certamente può perdere l'abito
del filosofare perché derivandolo nel volgersi verso l'essere da cui ha l'essere, lo
può perdere col volgersi in altro senso. Implica appunto opposizione l'esser
volto in una o nell'altra parte. Ma non v'è causa per cui possa perdere l'esseità