Page 15 - L'immortalità dell'Anima
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che partecipa dall'essere che non ha l'opposto. Quindi non può cessar d'esistere.

                  f) per alienazione: lo spirito non si aliena né per tendenza,



                  13.  20.  A  questo  punto  potrebbe  sorgere  un  determinato  problema:  se,  cioè,
                  ammesso  che  lo  spirito  non  perisca,  possa  essere  alienato  in  una  esseità
                  inferiore. Con i precedenti ragionamenti s'è dimostrato che lo spirito non può
                  giungere  fino  al  nulla,  ma  che  potrebbe  divenir  corpo.  Qualcuno  infatti
                  potrebbe  così  opinare  e  non  a  torto.  Se  lo  spirito  dal  suo  essere  originario
                  diventa corpo, certamente non avrà cessato di essere del tutto. Si darebbe tale
                  possibilità  soltanto  o  per  propria  spontanea  tendenza  o  per  condizione
                  estrinseca.  Ma  non  si  dà  alcuna  ragione  che  esso  diventi  corpo  tanto  per
                  tendenza  quanto  per  costrizione.  È  legittima  conseguenza  che  se  è  corpo,  vi
                  tenda  o  ne  sia  condizionato,  ma  non  è  conseguente  che  se  vi  tende  o  ne  è
                  condizionato,  diventi  corpo.  Non  può  infatti  averne  tendenza.  Ogni  sua
                  tendenza al corpo consiste  nell'usarne, nel dargli vita, nella varia produzione
                  artificiale o nel provvedere comunque ad esso. Ora nessuna di queste funzioni è
                  possibile se l'anima non fosse di grado superiore al corpo. Ma se fosse corpo,
                  non  sarebbe  di  grado  superiore.  Quindi  non  può  avere  tendenza  a  divenire
                  corpo.  Non  v'è  argomento  più  certo  di  tale  verità  che  nell'atto  con  cui  la
                  coscienza è in colloquio con se stessa. In esso può rendersi consapevole di non
                  avere altre tendenze che di produrre, di avere scienza, di sentire, in una parola
                  di vivere perché questa è la sua specifica funzione.


                  né per meccanismo da parte di chi sarebbe condizionato...


                  13.  21.  E  supponiamo  che  subisca  costrizione  a  divenire  corpo.  E  da  chi  la
                  potrebbe  subire?  Ma  da  qualsiasi  essere,  purché  di  maggior  potere  causale.
                  Dunque  non  può  subire  costrizione  da  un  essere  corporeo.  Non  v'è  essere
                  corporeo che sia di maggiore efficienza causale di qualsivoglia essere spirituale.
                  In quanto poi a un essere spirituale, anche se causalmente più efficiente, esercita
                  la sua energia di costrizione soltanto sugli esseri che sono soggetti al suo potere.
                  Quindi soltanto per la mediazione delle passioni un essere spirituale può subire
                  soggezione  da  un  altro  essere  spirituale.  Dunque  esso  impone  costrizione
                  soltanto  nei  limiti  che  gli  consentono  le  passioni  del  soggetto  cui  impone  la
                  costrizione. Ma è stato già affermato che lo spirito non può avere una passione
                  che  lo  faccia  divenir  corpo.  Ed  è  evidente  che  esso  non  può  giungere
                  all'appagamento  della  sua  passione  nell'atto  che  tutte  le  perde.  E  le  perde
                  nell'atto che diviene corpo. Quindi non può subire costrizione al divenire da un
                  agente che non ha potere se non per la mediazione delle passioni del soggetto
                  che  subisce.  Infine  è  metafisicamente  necessario  che  un  essere  spirituale,  il
                  quale ne ha in potere un altro, tenda ad avere in potere un essere spirituale e
                  non un essere corporeo o per educarlo nella bontà o per renderlo schiavo con la
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