Page 24 - Il lavoro dei monaci
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di chi li osserva questa suggerisce l’immagine degli antichi personaggi di cui si legge nella Scrittura, ad
                  esempio, di Samuele e degli altri che non si rasavano. Essi non riflettono sulla differenza che passa tra
                  quel “ velo “, di natura profetica, e l’attuale epoca della rivelazione del vangelo, della quale l’Apostolo
                  dice:  Quando  sarai  passato  al  Cristo  il  velo  sarà  tolto.  Identico  infatti  è il valore simbolico del velo
                  calato tra la faccia di Mosè e gli sguardi del popolo d’Israele e quello della capigliatura che in quel tempo
                  si lasciavano crescere i santi. È anzi lo stesso Apostolo che stabilisce l’equazione tra la capigliatura e il
                  velo:  un’autorità  quindi  che  s’impone  anche  a  costoro.  Dice  infatti  espressamente:  Se  l’uomo  si  fa
                  crescere i capelli, gliene viene un disonore. Replicano costoro: Ma noi a tale disonore ci sottoponiamo in
                  sconto dei nostri peccati. Umiltà finta, ombra di umiltà che essi vogliono rendere tanto più ampia da poter
                  esporre  al  suo  riparo  la  loro  gonfiezza  e  il  loro  affarismo.  Quasi  che  l’Apostolo  potesse  insegnare  la
                  superbia  allorché  diceva:  L’uomo  che  prega  o  pronuncia  oracoli  a  testa  coperta  getta  un’onta  su  se
                  stesso, e ancora: L’uomo non deve coprirsi la testa poiché è immagine e gloria di Dio. Quegli che dice: “
                  Non si deve fare così e così “ non sarebbe dunque in grado di insegnare l’umiltà? Ma, se è a titolo di
                  umiltà che nella presente economia del vangelo costoro vagheggiano quell’acconciatura indecorosa che al
                  tempo dell’attesa profetica era un simbolo misterioso, che si taglino i capelli e si coprano la testa con un
                  rozzo panno. Se non che un siffatto copricapo non frutterebbe loro moneta, poiché Sansone si copriva la
                  testa non con un berretto alla buona ma con una fluente capigliatura.

                  Le vere esigenze dell’uomo nuovo: Simbolismo del velo, proibito all’uomo e prescritto alla donna.
                  32. 40. Penosamente ridicolo – se così è lecito esprimersi – è inoltre l’argomento che essi hanno inventato
                  a  difesa  della  loro  chioma.  È  vero  –  dicono  –  che  l’Apostolo  proibisce  agli  uomini  di  portare  lunghi
                  capelli, ma se uno si è reso eunuco per il Regno dei cieli, non è più da ritenersi uomo. Stupidaggine senza
                  pari.  Chi  parla  così  si  corazza  proprio  d’una  mentalità  perversa  ed  empia  per  ripararsi  da  quanto
                  chiaramente asserisce la Sacra Scrittura. S’inoltra in una strada storta e si sforza di far prevalere la sua
                  dottrina pestilenziale. Certo non è l’uomo felice che non volge il passo verso l’assemblea degli empi e
                  non sosta sulla via dei peccatori e non s’asside su una cattedra appestata. Se infatti meditasse giorno e
                  notte sulla legge di Dio, si sarebbe senz’altro imbattuto nell’apostolo Paolo, il quale professava assoluta
                  castità e rivolgeva a tutti gli uomini l’invito ad essere come lui stesso, pur tuttavia e dalla vita che conduce
                  e  dalle  parole  che  dice  si  palesa  uomo  integro.  Asserisce  infatti:  Quand’ero  bambino,  parlavo  da
                  bambino, avevo pensieri e sentimenti da bambino; ma quando divenni uomo maturo mi disfeci di quanto
                  era bambinesco. Ma perché soffermarmi a ricordare l’Apostolo, quando i sostenitori di queste teorie non
                  sanno cosa esattamente pensare nemmeno nel riguardi del nostro Signore e Salvatore? È infatti di lui, e
                  non d’altri, che si afferma: Dobbiamo tutti camminare spediti verso l’unità della fede e la comprensione
                  del  Figlio  di  Dio,  verso  l’uomo  perfetto,  commensurato  sull’età  del  Cristo  nella  sua  pienezza;  né
                  dobbiamo più essere dei bambini sbatacchiati e portati in giro da ogni vento di dottrina, in mezzo agli
                  artifizi orditi dalla gente, fra le abili manovre inventate dall’errore. Oh, con quali trappole sanno costoro
                  ingannare gli inesperti! E quale non è la loro astuzia e i raggiri diabolici nei quali sono incappati loro
                  personalmente e nei quali, per così dire, cercano di far roteare gli animi dei più deboli che abbiano aderito
                  a loro, fino al punto da non saper più, né gli uni né gli altri, dove siano andati a finire. Hanno infatti
                  sentito la massima, o fors’anche l’hanno letta, ove sta scritto:  Chiunque voi siate che avete ricevuto il
                  battesimo di Cristo, voi vi siete rivestiti di Cristo, e in lui  non c’è né giudeo né greco, né schiavo né
                  libero, né maschio né femmina. Tuttavia non comprendono che ciò è detto in relazione alle concupiscenze
                  della sessualità, poiché nella parte interiore dell’uomo, ove siamo spiritualmente rinnovati non esistono
                  funzioni sessuali. Pertanto, non hanno alcun diritto di dire che non sono uomini perché non si servono
                  degli organi della loro mascolinità. E difatti gli sposi cristiani che hanno fra loro rapporti sessuali non
                  sono cristiani per quanto hanno in comune con coloro che non sono cristiani e con gli stessi bruti. Una
                  cosa infatti è il tributo che si paga alla fragilità umana o la funzione che s’adempie per la propagazione
                  della specie; un’altra cosa è ciò che, professando la fede, si opera a guisa di segno per conseguire la vita
                  incorruttibile  ed eterna. Pertanto, l’ordine che Paolo imparte agli uomini di non porsi il velo sul capo
                  riguarda  sì  la  testa  come  membro  del  corpo  ma  soltanto  figuratamente.  Effettivamente  deve  attuarsi
                  nell’anima, dove sta l’immagine e la gloria di Dio, come indicano le parole: L’uomo non deve velarsi la
                  testa poiché è immagine e gloria di Dio. E dove precisamente debba riscontrarsi questa immagine di Dio,
                  lo  dichiara  lo  stesso  Apostolo  che  dice:  Non  vi  ingannate  a  vicenda;  spogliatevi  piuttosto  dell’uomo
                  vecchio con tutte le sue opere e rivestitevi dell’uomo nuovo, quello che si rinnova secondo l’immagine di
                  colui  che  l’ha  creato,  per  una  conoscenza  di  Dio.  Chi  potrebbe  mettere  in  dubbio  che  un  tale
                  rinnovamento si effettua nello spirito? Che se ci fosse qualcuno che ne dubiti, voglia ascoltare un passo
                  ancora più esplicito, un passo dove, per inculcare le stesse cose, dice: Come in Cristo c’è la verità, voi
                  vogliate deporre l’uomo vecchio secondo cui antecedentemente avete condotto una vita disordinata e che





                  Agostino – Il lavoro dei monaci                                            pag. 22 di 23
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