Page 17 - Il grande segreto per diventare santo
P. 17

63. La terza è di celebrare ogni anno, con devozione speciale la festa dell’Annunciazione
                  che è la festa principale di questa devozione, stabilita appunto per onorare ed imitare la
                  dipendenza in cui si pose il Divin Verbo, in tal giorno, per amore nostro.

                  La recita della «Coroncina» e del «Magnificat»
                  64. La quarta pratica esteriore è quella di recitare ogni giorno, senza però obbligarvici
                  sotto  pena  di  peccato,  qualora  vi  si  manchi,  la  Coroncina  alla  Santissima  Vergine,
                  composta da tre Padre Nostro e da dodici Ave Maria; di recitare spesso il Magnificat, che
                  è  l’unico  cantico  che  abbiamo  di  Maria,  per  ringraziare  Dio  dei  benefici  ricevuti  ed
                  attirarne altri; soprattutto non bisogna smettere di recitarlo dopo la S. Comunione, quale
                  ringraziamento, come soleva fare la Santissima Vergine stessa, secondo il dotto Gersone.

                  La catenella
                  65. La quinta è di portare una catenella benedetta al collo, o al braccio, o al piede, o
                  attraverso il corpo. Questa pratica si può senza dubbio omettere, senza che ne soffra
                  l’essenziale  di  questa  devozione:  tuttavia,  sarebbe  male  disprezzarla  e  condannarla,
                  nonché pericoloso volerla trascurare.
                  Ecco le ragioni che consigliano questa pratica esteriore:
                  1 – per opporsi alle funeste catene del peccato originale ed attuale, dal quale siamo stati
                  avvinti;
                  2 – per onorare le corde ed i ceppi amorosi dalle quali Nostro Signore si compiacque di
                  essere strettamente legato, per renderci veramente liberi;
                  3 – per farci ricordare che dobbiamo agire solo per l’impulso di questa virtù, dato che
                  questi  vincoli  sono  vincoli  di  carità:  «Io  li  traevo  con  legami  di  bontà,  con  vincoli
                  d’amore» (Os 11, 4);
                  4 – infine, si usa portare simili catene perché abbiamo ognora presente la nostra doverosa
                  dipendenza da Gesù e da Maria, in qualità di schiavi.


                  Molti grandi personaggi, che si erano fatti schiavi di Gesù e di Maria, stimarono talmente
                  queste  catenelle,  che  si  lamentavano  perché  non  era  loro  concesso  di  trascinarle
                  pubblicamente ai piedi, come gli schiavi dei Turchi. Oh, catene più preziose e più gloriose
                  delle collane d’oro e delle pietre preziose di tutti gli imperatori, poiché ci avvincono a
                  Gesù Cristo e alla sua santa Madre, e ne sono le illustri insegne e livree!

                  È conveniente che queste catene, se non d’argento, siano almeno di ferro, per la facilità di
                  procurarsele. Non si dovrà mai deporle durante la vita, perché ci possano accompagnare
                  fino al giorno del giudizio. Quale gioia, quale gloria, quale trionfo per un fedele schiavo,
                  nel giorno del giudizio, se al suono della tromba, le sue ossa si leveranno da terra, tuttora
                  strette dalla catena della schiavitù, evidentemente non consumata. Questo solo pensiero
                  deve stimolare molto un devoto schiavo a non togliersi mai la catena, per quanto scomoda
                  possa tornare alla natura.


                  PREGHIERA A GESÙ
                  66. Amabile mio Gesù, lascia che io mi rivolga a Te per attestarti la mia riconoscenza per
                  la grazia concessami, nel darmi alla tua santa Madre con la devozione di questa schiavitù,






                  LUIGI MARIA GRIGNON DI MONFORT – Il grande segreto…                          pag. 15 di 19
   12   13   14   15   16   17   18   19   20   21   22