Page 326 - Il Sacro Corano
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Appendice 5:


                                  Pellegrinaggio e Visita ai luoghi santi

                                                    (Hajj e ‘Umra)

                  Ci sono due maniere di recarsi ai luoghi santi dell’Islàm: l’Hajj (il pellegrinaggio propriamente
                  detto) e la Umra (la visita).
                  L’Hajj,  è  il  pellegrinaggio,  viene  compiuto  in  un  preciso  periodo  dell’anno  (tra  lottavo  e  il
                  dodicesimo  giorno  del  mese  di  Dhul-Hijja,  il  12°  del  calendario  lunare)  e  assolve  all’obbligo
                  rituale.
                  La Umra, è la visita alla Casa di Allah alla Mecca; un rito individuale che si può osservare in
                  qualsiasi momento dell’anno.
                  La pratica rituale della ‘Umra consiste nel recarsi in stato di Ihram (sacralizzazione) al Masgid Al
                  Haram  (il  tempio  di  Mecca  in  cui  si  trova  la  Ka’ba)  e  compiere  il  Tawaf  (i  sette  giri  di
                  circoambulazione della Ka’ba), quindi assolvere al Say (i sette percorsi tra Safâ e Marwa), infine
                  la rasatura della testa o l’accorciamento dei capelli conclude il rito e sancisce l’uscita dallo stato
                  di sacralizzazione (le donne taglieranno solo qualche ciocca).
                  Per l’Hajj è necessario passare la notte dell’8 Dhul-Hijja a Mina, la giornata del 9 ad Arafat, la
                  notte successiva a Muzdalifa e i giorni 10, 11e12 (giorni del Tashrik) ancora a Mina. (Confr. II,
                  197/203).  A Mina  si  compie  il  sacrificio  (per  lo  più  un  montone),  si  tagliano  i  capelli  e  ogni
                  giorno, dopo la preghiera del mezzogiorno, i pellegrini eseguono la simbolica lapidazione di
                  Satana,  gettando  sette  sassolini  contro  ognuna  delle  tre  steli  di  pietra  che  si  trovano  in  quei
                  pressi. Durante questo soggiorno, ci si reca alla Mecca che dista pochi chilometri, per un Tawaf e
                  un  Say  e  poi  si  ritorna  a  Mina.  Per  tutta  la  durata  della  sacralizzazione,  gli  uomini  devono
                  portare abiti particolari: due panni di stoffa bianca senza cuciture, uno lo ‘Izar attorno alla vita e
                  l’altro la Rida gettata sulle spalle, ed avere la testa scoperta. Le donne hanno il diritto di vestirsi
                  come vogliono (sempre nel quadro delle convenienze islamiche generali e di quelle particolari
                  della vita nei Luoghi Santi) e hanno la testa coperta. I pellegrini non possono rasarsi, pettinarsi,
                  tagliare  le  unghie  e  profumarsi,  devono  osservare  la  castità  assoluta,  evitare  ogni  litigio  o
                  discussione e non possono cacciare. Ognuno dei riti sopraccennati è accompagnato da pratiche
                  rituali tradizionali obbligatorie, semiobbligatorie e supererogatorie e da preghiere e invocazioni
                  particolari.
                  Il  Corano  impone  ai  pellegrini  di  prepararsi  per  il  viaggio  e  il  soggiorno,  dal  punto  di  vista
                  dell’atteggiamento spirituale, della vita privata in generale e delle scorte materiali.






























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