Page 324 - Il Sacro Corano
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Appendice 3:
La Decima
(Zakât)
La decima è il terzo pilastro dell’Islàm. Si tratta di un elemosina obbligatoria prelevata sul
capitale e non sul reddito. Il radicale “zkt” da cui deriva il termine, implica un concetto di
purificazione: infatti la zakât è la purificazione dei beni. Viene versata una volta all’anno nelle
mani di percettori nominati a tal fine ed è destinata a otto categorie di persone ben identificate
nel versetto IX, 60 del Corano: “Le elemosine sono per i bisognosi, per i poveri, per quelli incaricati di
raccoglierle, per quelli di cui bisogna conquistarsi i cuori, per il riscatto degli schiavi, per quelli
pesantemente indebitati, per [la lotta sul] sentiero di Allah e per il viandante. Decreto di Allah! Allah è
saggio, sapiente". Questo versetto definisce esattamente le otto categorie di spesa sociale dello
Stato islamico. Secondo ‘Umar e Ibn ‘Abbas (che Allah sia soddisfatto di entrambi) i “bisognosi”
sono musulmani, mentre i “poveri” sono i cittadini non musulmani. "Quelli incaricati…" non si
riferisce particolarmente agli esattori, ma a tutta l’amministrazione dello Stato. "Quelli di cui
bisogna conquistarsi i cuori", possono essere diverse categorie di persone: i neo-convertiti, ai quali
è bene dare un segno tangibile della solidarietà all’interno della Comunità islamica; i non
musulmani che possono essere utili alla causa islamica per la loro posizione politico-sociale o
professionale; le cosiddette "spese segrete" effettuate per ottenere qualcosa di non
immediatamente divulgabile, le attività di dawa (appello all’Islàm) rivolte a non musulmani,
ecc. Un’altra categoria avente diritto a beneficiare delle decime è quella degli schiavi, nei
confronti dei quali il Corano auspica la progressiva liberazione, tendendo all’eliminazione del
fenomeno. Nelle condizioni storico-sociali esistenti nella società pre-islamica che riceveva la Ri-
velazione, sarebbe stato oltremodo traumatica una liberazione immediata di tutti gli schiavi;
pertanto, la schiavitù viene permessa, corretta e umanizzata, all’interno di un quadro generale
tendente alla loro totale liberazione. Compito dello stato islamico, è quindi quello di destinare
una partedel gettito fiscale alla loro liberazione. Anche coloro che, pur non essendo bisognosi, si
trovano in particolari condizioni di necessità a causa di debiti lecitamente contratti, hanno
diritto all’aiuto della comunità (anche sotto forma di prestiti). Infine vengono le spese militari
destinate al consolidamento e alla difesa dello Stato, nonché alla lotta contro la miscredenza;
infine quelle a favore del "viandante diseredato" che potrebbero essere intese come
provvedimenti di assistenza sociale).
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