Page 325 - Il Sacro Corano
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Appendice 4:


                  L’astinenza nel mese di Ramadân
                                                  (Saum Ramadân)


                  Nei  versetti  183/185  della  Sura  della  Giovenca  viene  istituito  l’obbligo  del  Saum  Ramadân.  Il
                  digiuno  obbligatorio  da  compiere  in  tutto  il  mese  di  Ramadân,  il  nono  mese  del  calendario
                  lunare. Al  Ghazali ci dice  che l’astenzione si applica a tre livelli.  Quello del corpo comporta
                  l’astinenza dal cibo, dall’acqua e dal sesso dalla prima luce dell’alba fino al tramonto del sole; è
                  un obbligo per tutti i credenti puberi e  in condizione di sostenerlo; il secondo  è quello della
                  mente,  che  viene  costretta  ad  astenersi  dai  peccati  dell’udito,  della  vista,  della  parola,  ed  è
                  proprio di chi segue una via di avvicinamento al suo Signore. Il terzo  è quello del cuore e si
                  realizza con l’astensione da tutte le preoccupazioni della vita terrena, da ogni pensiero che non
                  sia il Ricordo di Allah, e questo è il saum dei Profeti, dei Giusti, dei Ravvicinati. Ai diversi livelli
                  di realizzazione spirituale  che Allah (gloria a Lui l’Altissimo) avrà  voluto dare  al Suo servo,
                  corrispondono quindi altrettanti livelli di digiuno. L’opinione occidentale, che si arresta spesso
                  all’apparenza  rumorosa  dei  fenomeni,  ritiene  che  il  Ramadân  sia  un  mese  di  grande  festa  e
                  bagordi notturni. Questo è l’a-spetto più superficiale e spesso eccessivo e deteriore di un fatto
                  religioso  che  presuppone  invece  una  grande  attenzione  alla  pratica  religiosa,  alla  lettura  del
                  Corano, alla meditazione, alla carità, allo studio della scienza di Allah, alla mortificazione delle
                  passioni terrene. Durante il mese di Ramadân venne rivelato il Corano, si combattè la battaglia
                  di Badr (2/624) al termine della quale i musulmani sbaragliarono un’armata di pagani di molto
                  superiore numericamente e durante Ramadân si realizzò l’ingresso vitttorioso dei credenti alla
                  Mecca. La pratica del digiuno è molto seguita in tutti i paesi abitati dai musulmani; per molti è
                  l’unico atto di culto che viene assolto con regolarità. In alcuni di questi paesi lo Stato reprime
                  chi, non assolvendo all’obbligo, mangi o beva o fumi pubblicamente. In altri paesi, invece, si è
                  tentato  di  sradicare  questa  pia  tradizione,  ottenendo  spesso  l’effetto  contrario  di  rinserrare  e
                  infoltire le file dei digiunatori. Hanno l’obbligo di digiunare tutti i musulmani puberi, sani di
                  mente e  in condizioni fisiche  che permettano di farlo senza danni per la loro integrità fisica.
                  Non digiunano le donne mestruate e le puerpere; gli ammalati, le donne incinte, gli anziani, i
                  viaggiatori,  coloro  che  combattono  possono  sospenderlo,  rinviandolo  a  un  tempo  più
                  favorevole. La regola generale dice che: “il digiuno è obbligatorio per chi lo possa assolvere”;
                  pertanto ogni credente è giudice delle sue condizioni e ne dovrà ri-spondere davanti ad Allah.
































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