Page 35 - Il Maestro
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lingua,  parole  in  disaccordo  col  proprio  pensiero;  soltanto  definisce
                  l'oggetto del suo pensiero con una parola che noi non useremmo. Glielo
                  accorderemmo  subito  se  potessimo  scorgere  il  suo  pensiero,  sebbene,
                  manifestandoci la propria teoria con quella parola, non è riuscito ancora a
                  chiarircela.  Affermano  che  a  questo  errore  possono  rimediare  le
                  definizioni.  Nell'argomento  in  parola,  se  si  definisse  che  cos'è  la  virtù,
                  apparirebbe,  dicono,  che  la  controversia  non  riguarda  il  concetto  ma  la
                  parola.  E  sia  pure,  voglio  ammetterlo.  Ma  quanti  uomini  capaci  di
                  definire  si  trovano?  Per  di  più  sono  state  fatte  molte  obiezioni  contro
                  l'arte del definire. Ma non è opportuno trattarle qui ed io non le approvo
                  del tutto.


                  Disattenzione di chi ascolta.



                  13.  44.  Ometto  che  molte  cose  non  le  udiamo  bene  e  ne  discutiamo  a
                  lungo e molto come se le avessimo udite. Ad esempio, poco fa, riguardo
                  ad  una  parola  punica,  mentre  io  dicevo  che  significa  misericordia,  tu
                  sostenevi  di  avere  udito  dai  migliori  intenditori  di  questa  lingua  che
                  significa pietà. Ed io, contrastandoti, affermavo che ti era sfuggito quanto
                  avevi udito. Mi sembrava che non avevi detto pietà ma fede. Eppure eri
                  seduto  molto  vicino  a  me  e  le  due  parole  non  possono  assolutamente
                  ingannare l'udito per somiglianza di suono. Eppure a lungo ho sospettato
                  che non eri cosciente di ciò che ti era stato detto. Ero io invece ad essere
                  incosciente di ciò che avevi detto. Se ti avessi bene udito, certamente non
                  mi  sarebbe  sembrato  assurdo  che  misericordia  e  pietà  in  punico  sono
                  designate  da  un  solo  nome.  Cose  che  spesso  succedono.  Ma,  come  ho
                  detto, lasciamo perdere. Non deve sembrare che svalorizzo le parole per
                  la  disattenzione  di  chi  ascolta  o  anche  per  la  sordità  degli  individui.
                  Preoccupano di più i casi che ho esposto precedentemente perché in essi
                  non si riesce ad affermare i pensieri di chi parla, sebbene le parole siano
                  state  percepite  chiaramente  e  dette  in  latino.  Eppur  siamo  della  stessa
                  lingua.


                  Il discepolo non apprende ascoltando il maestro ....



                  13.  45.  Ma  alla  fin  fine  voglio  concedere  senza  riserve  che  quando  le
                  parole sono state afferrate dall'udito di chi le capisce, possa esser noto a
                  lui che chi parla aveva nel pensiero i concetti da esse significate. Ma forse
                  viene a sapere anche, e questo è ora il problema, se ha detto il vero?
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