Page 20 - Sulla vita cenobitica o comune
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essere amati ci viene una grande fiducia di ottenere presso Dio il perdono dei
nostri peccati e di esser ritenuti degni della gloria. Questo soprattutto se,
tenendo sempre nella memoria i loro meriti e considerando la loro fede, la loro
carità, la loro pazienza, la loro obbedienza, ci lasceremo invadere da un amore
di gelosia, se raccoglieremo da essi un appello all’emulazione, se divamperà in
noi il bisogno di imitarne le virtù.
XII. LA COMUNIONE DEI SANTI,
NOSTRA SPERANZA
Se qualcuno di noi dovesse venir giudicato secondo i propri meriti senza che i
meriti altrui potessero venirgli in aiuto attraverso la comunione della carità, chi
mai potrebbe portare il peso del giudizio di Dio? Poiché numerose e grandi
sono le nostre iniquità. Dice il profeta: «Se consideri le colpe, Signore, Signore,
chi potrà sussistere?». Le nostre buone opere non sono certo sufficienti, e tutti i
nostri atti di giustizia sono come panno immondo. Ma sta anche scritto: «Le
sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che
dovrà essere rivelata in noi». Possiamo dunque disperare? Guardiamocene
bene! Dio è amore. O Dio amore, io sono oppresso, rispondi per me. Che dirò?
Che cosa mi risponderà»? No: posto che abbia l’età per parlare a mio favore (e
ce l’ho), professerò con la bocca ciò che credo con il cuore. Credo, Signore, nello
Spirito santo, nella santa chiesa cattolica, nella comunione dei santi. Là risiede la
mia speranza, il mio coraggio, la mia fiducia; là è fondata la mia sicurezza, per
quanto piccola, quando confesso la mia fede: nella benevolenza dello Spirito
santo, nell’unità della chiesa cattolica, nella comunione dei santi. Se anche mi
verrà dato dall’alto di amare te e di amare il mio prossimo, sebbene piccoli e
scarsi siano i miei meriti io nutro una speranza ben più alta, che va al di là dei
miei meriti: confido che per la comunione della carità i meriti dei santi mi
verranno in aiuto, sì che alla mia insufficienza e imperfezione supplirà la
comunione dei santi. Mi consola il profeta che dice: «Di ogni cosa perfetta ho
visto il limite, ma la tua legge è infinitamente spaziosa». O spaziosa carità,
dilatatrice di spazi, quanto è grande la tua casa, quanto è vasto il luogo del tuo
dominio»! Non costringiamoci a stare allo stretto nei nostri cuori, non
lasciamoci imprigionare entro i confini ristretti della nostra infima giustizia. La
carità fa spaziare la nostra speranza fino alla comunione dei santi, in una
comunione di meriti e di premi. Ma la comunione dei premi è propria del
tempo futuro: è la comunione della gloria che dovrà essere rivelata in noi.
Vi sono in definitiva tre comunioni: la comunione di natura, cui sono annesse la
comunione di colpa e di collera; poi quella di grazia; e infine quella di gloria. La
comunione di grazia comincia a riparare la comunione di natura escludendo da
essa la comunione di colpa; la comunione di gloria riparerà fin nel profondo la
comunione di natura escludendo da essa completamente la comunione di
collera, quando Dio tergerà ogni lacrima dagli occhi dei santi. Allora tutti i santi
avranno come un cuore solo e un’anima sola; ogni cosa sarà fra loro comune,