Page 81 - Rationale Divinorum Officiorum
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che fu costruito da Maria Maddalena, Marta, Maria madre di Giacomo, e
                  Maria madre di Salomé.
                  L’altare è unto tre volte con dell’olio, che rappresenta la fede e la speran-
                  za, e una volta con la crema santa, che rappresenta la carità, la virtù su-
                  prema. Mentre si fa l’unzione con la crema santa il coro canta queste pa-
                  role del patriarca Giacobbe: «L’odore che esce da mio figlio è simile a quello di
                  un campo pieno di fiori». Questo campo è la Chiesa tutta ornata dei fiori
                  delle sue virtù, profumata di buone opere: sono le rose dei martiri, i gigli
                  delle vergini, le violette dei confessori, la fresca verdura dei nuovi cristia-
                  ni.  Fatte  le  unzioni,  si  brucia  l’incenso,  ossia  il  fervore  delle  devozioni.
                  Fuma ai quattro angoli dell’altare e al centro, per indicare che, per mezzo
                  dei nostri cinque sensi, noi dobbiamo glorificare Dio ed edificare i nostri
                  fratelli. «Noi siamo, dice l’Apostolo, il buon odore di Gesù Cristo»; e nel Van-
                  gelo:  «Che  la  vostra  luce  brilli  davanti  agli  uomini».  Il  frequente  uso
                  dell’incenso  nella  Chiesa  è  anche  il  simbolo  della  costante  meditazione
                  del nostro grande sacerdote presso il Padre in favore degli uomini colpe-
                  voli.
                  Si traccia una croce con questo incenso, perché il Salvatore presenta ogni
                  giorno a suo Padre le piaghe che egli ha ricevuto per la nostra redenzio-
                  ne. L’incenso è bruciato con profusione nell’altare: è la moltitudine delle
                  preghiere che si alzano continuamente a Dio nella Chiesa cattolica.
                  Il vescovo conferma l’altare con il segno della croce dicendo: «Conferma
                  questo altare Signore, ecc.». Questa unzione si fa con il santo crisma sul da-
                  vanti della pietra; essa rappresenta la discesa dello Spirito Santo nei no-
                  stri cuori attraverso la carità, per fortificarli, cosicché noi, possiamo dire
                  con l’Apostolo: «Chi ci separerà dall’amore di Gesù, ecc.». In seguito si recita
                  il Gloria Patri.
                  L’ultima  benedizione  dell’altare  rappresenta  quella  benedizione  finale
                  che attende gli eletti quando il Salvatore proferirà queste parole: «Venite, i
                  benedetti di mio Padre». L’altare viene poi asciugato con un panno bianco,
                  per indicare che la purezza del cuore non si ottiene che attraverso una vi-
                  ta casta. Poi vengono benedetti i vasi, gli ornamenti e i panni destinati al
                  servizio divino. Fra le istruzioni date dal Signore a Mosè sul monte Sinai,
                  troviamo quella di preparare dei panni e degli ornamenti per il tempio.
                  Questa benedizione degli oggetti destinata al servizio del culto ci insegna
                  che tutte le nostre opere devono essere consacrate al Signore. L’altare è da
                  ultimo coperto di teli bianchi, la chiesa viene ornata e le lampade sono ac-
                  cese,  «perché  i  giusti  brilleranno  come  il  sole»,  e  allora  viene  offerto

                  all’Onnipotente questo sacrificio di cui parla il profeta: «Il sacrificio a Dio, è
                  un cuore spezzato, ecc.». La cerimonia della dedicazione non deve termina-
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