Page 4 - Lettera a Diogneto
P. 4

perché  i  cristiani  non  servono  questi  dèi.  Se  a  qualcuno  ciò  non  sembra  sufficiente,
                  credo inutile parlare anche di più.



                  Il culto giudaico

                    III.  1.  Inoltre,  credo  che  tu  piuttosto  desideri  sapere  perché  essi  non  adorano  Dio
                  secondo gli ebrei. 2. Gli ebrei hanno ragione quando rigettano l’idolatria, di cui abbiamo
                  parlato, e venerano un solo Dio e lo ritengono padrone di tutte le cose. Ma sbagliano se
                  gli tributano un culto simile a quello dei pagani. 3. Come i greci, sacrificando a cose
                  insensibili e sorde dimostrano stoltezza, così essi, pensando di offrire a Dio come ne
                  avesse bisogno, compiono qualche cosa che è simile alla follia, non un atto di culto. 4.
                  «Chi ha fatto il cielo e la terra e tutto ciò che è in essi», e provvede tutti noi delle cose
                  che occorrono, non ha bisogno di quei beni. Egli stesso li fornisce a coloro che credono
                  di offrirli a lui. 5. Quelli che con sangue, grasso e olocausti credono di fargli sacrifici e
                  con questi atti venerarlo, non mi pare che differiscano da coloro che tributano riverenza
                  ad oggetti sordi che non possono partecipare al culto. Immaginarsi poi di fare le offerte
                  a chi non ha bisogno di nulla!


                  Il ritualismo giudaico

                    IV. 1. Non penso che tu abbia bisogno di sapere da me intorno ai loro scrupoli per certi
                  cibi, alla superstizione per il sabato, al vanto per la circoncisione, e alla osservanza del
                  digiuno e del novilunio: tutte cose ridicole, non meritevoli di discorso alcuno. 2. Non è
                  ingiusto accettare alcuna delle cose create da Dio ad uso degli uomini, come bellamente
                  create e ricusarne altre come inutili e superflue? 3. Non è empietà mentire intorno a Dio
                  come di chi impedisce di fare il bene di sabato? 4. Non è degno di scherno vantarsi della
                  mutilazione  del  corpo,  come  si  fosse  particolarmente  amati  da  Dio?  5.  Chi  non
                  crederebbe prova di follia e non di devozione inseguire le stelle e la luna per calcolare i
                  mesi e gli anni,  per distinguere le disposizioni divine e dividere  i  cambiamenti  delle
                  stagioni secondo i desideri, alcuni per le feste, altri per il dolore? 6. Penso che ora tu
                  abbia  abbastanza  capito  perché  i  cristiani  a  ragione  si  astengono  dalla  vanità,
                  dall’impostura,  dal  formalismo  e  dalla  vanteria  dei  giudei.  Non  credere  di  poter
                  imparare dall’uomo il mistero della loro particolare religione.


                  Il mistero cristiano

                    V. 1. I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli
                  altri uomini. 2. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né
                  conducono  un  genere  di  vita  speciale.  3.  La  loro  dottrina  non  è  nella  scoperta  del
                  pensiero  di  uomini  multiformi,  né  essi  aderiscono  ad  una  corrente  filosofica  umana,
                  come fanno gli altri. 4. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e
                  adeguandosi  ai  costumi  del  luogo  nel  vestito,  nel  cibo  e  nel  resto,  testimoniano  un
                  metodo  di  vita  sociale  mirabile  e  indubbiamente  paradossale.  5.  Vivono  nella  loro
                  patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati
   1   2   3   4   5   6   7   8   9