Page 3 - Lettera a Diogneto
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LETTERA  A  DIOGNETO







                  Esordio

                    I. 1. Vedo, ottimo Diogneto, che tu ti accingi ad apprendere la religione dei cristiani e
                  con molta saggezza e cura cerchi di sapere di loro. A quale Dio essi credono e come lo
                  venerano,  perché  tutti  disdegnano  il  mondo  e  disprezzano  la  morte,  non  considerano
                  quelli che i greci ritengono dèi, non osservano la superstizione degli ebrei, quale amore
                  si portano tra loro, e perché questa nuova stirpe e maniera di vivere siano comparsi al
                  mondo ora e non prima. 2. Comprendo questo tuo desiderio e chiedo a Dio, che ci fa
                  parlare  e  ascoltare,  che  sia  concesso  a  me  di  parlarti  perché  tu  ascoltando  divenga
                  migliore, e a te di ascoltare perché chi ti parla non abbia a pentirsi.



                  L’idolatria

                     II.  1.  Purìficati  da  ogni  pregiudizio  che  ha  ingombrato  la  tua  mente  e  spògliati
                  dell’abitudine  ingannatrice  e  fatti  come  un  uomo  nuovo  da  principio,  per  essere
                  discepolo di una dottrina anche nuova come tu stesso hai ammesso. Non solo con gli
                  occhi, ma anche con la mente considera di quale sostanza e di quale forma siano quelli
                  che voi chiamate e ritenete dèi. 2. Non (sono essi) pietra come quella che si calpesta,
                  bronzo  non  migliore  degli  utensili  fusi  per  l’uso,  legno  già  marcio,  argento  che  ha
                  bisogno  di  un  uomo  che  lo  guardi  perché  non  venga  rubato,  ferro  consunto  dalla
                  ruggine, argilla non più scelta di quella preparata a vile servizio? 3. Non (sono) tutti
                  questi (idoli) di materia corruttibile? Non sono fatti con il ferro e con il fuoco? Non li
                  foggiò lo  scalpellino, il fabbro, l’argentiere o il vasaio? Prima che con le  loro arti li
                  foggiassero, ciascuno di questi (idoli) non era trasformabile, e non lo può (essere) anche
                  ora?  E  quelli  che  ora  sono  gli  utensili  della  stessa  materia  non  potrebbero  forse
                  diventare simili ad essi se trovassero gli stessi artigiani? 4. E per l’opposto, questi da voi
                  adorati non potrebbero diventare, ad opera degli uomini, suppellettili uguali alle altre?
                  Non sono cose sorde, cieche, inanimate, insensibili, immobili? Non tutte corruttibili?
                  Non tutte distruttibili? 5. Queste cose chiamate dèi, a queste servite, a queste supplicate,
                  infine ad esse vi assimilate. 6. Perciò odiate i cristiani perché non le credono dèi. 7. Ma
                  voi che li pensate e li immaginate tali non li disprezzate più di loro? Non li deridete e li
                  oltraggiate più voi che venerate quelli di pietra e di creta senza custodi, mentre chiudete
                  a chiave di notte quelli di argento e di oro, e di giorno mettete le guardie perché non
                  vengano rubati? 8. Con gli onori che credete di rendere loro, se hanno sensibilità, siete
                  piuttosto a punirli. Se non hanno i sensi siete voi a svergognarli con sacrificio di sangue
                  e di grassi fumanti. 9. Provi qualcuno di voi queste cose, permetta che gli vengano fatte.
                  Ma l’uomo di propria volontà non sopporterebbe tale supplizio perché ha sensibilità e
                  intelligenza; ma la pietra lo tollera perché non sente. 10. Molte altre cose potrei dirti
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