Page 3 - La contemplazione di Dio
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Guglielmo di Saint-Thierry

                                   La contemplazione di Dio






                  Prologo

                  1.  Venite,  saliamo  al  monte  del  Signore  e  alla  casa  del  Dio  di  Giacobbe,  ed  Egli  ci
                  insegnerà  le  sue  vie  (Isaia  2,3).  Attenzioni,  intenti,  volontà,  pensieri,  affetti,
                  sentimenti tutti che siete nel mio intimo, venite: saliamo sul monte, sul luogo
                  dove il Signore vede e viene veduto. Preoccupazioni, impegni, affanni, fatiche,
                  pene  di  schiavitù,  aspettatemi  qui,  con  quest’asino  che  è  il  mio  corpo,  fino  a
                  quando io con il fanciullo, cioè la ragione con l’intelligenza, affrettatici fin lassù
                  e prostratici in adorazione, ce ne ritorniamo a voi.
                  Ritorneremo,  infatti,  e,  purtroppo,  assai  presto,  poiché  l’amore  della  verità  ci
                  porta lontano da voi, ma, a causa della presenza dei fratelli, la verità dell’amore
                  non può permettere di abbandonarvi o di tradirvi. Però, anche se ci trattengono
                  gli obblighi nei vostri confronti, non possiamo tralasciare completamente tanta
                  dolcezza.

                  Desiderio di Dio

                  2. Signore, Dio delle virtù, convertici; mostraci il tuo volto e noi saremo salvi (Salmo
                  79,20).  Ma,  ahimè,  Signore,  ahimè,  quanto  è  precipitoso,  quanto  è  temerario,
                  disordinato, presuntuoso ed estraneo alla regola del Verbo di verità e della tua
                  Sapienza voler vedere Dio con cuore impuro! Tuttavia, o sovrana bontà, sommo
                  bene,  vita  dei  cuori  e  luce  degli  occhi  interiori,  grazie  alla  tua  benevolenza,
                  Signore,  abbi  misericordia,  poiché  la  contemplazione  della  tua  bontà,  o  buon
                  Signore, è la mia purificazione, è la fonte della mia fiducia, è la causa della mia
                  giustificazione.
                  Dunque, Signore Dio mio, tu che dici all’anima mia, nel modo che tu sai: Sono io
                  la  tua  salvezza  (Salmo  34,3),  Rabbunì,  sommo  maestro,  l’unico  in  grado  di
                  insegnarmi a vedere ciò che desidero vedere, di’ a questo tuo cieco mendicante:
                  Che vuoi che io ti faccia (Marco 10,51)?
                  E tu sai, tu che già mi doni ciò che bramo, con quanta forza il mio cuore, gettate
                  lontano tutte le altezze, le bellezze, le dolcezze di questo mondo e tutte le realtà
                  che possono, anzi son solite suscitare la concupiscenza della carne o degli occhi
                  o l’ambizione dello spirito, anche dagli angoli più riposti delle sue fibre, ti gridi:
                  Il mio volto ti ha cercato; il tuo volto, Signore, io cercherò. Non distogliere da me il tuo
                  volto, non respingere con collera il tuo servo (Salmo 26,8-9).
                  Io  sono  certamente  uno  sfrontato  e  un  insolente,  o  mio  eterno  aiuto,  mio
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