Page 42 - La Gerarchia Celeste
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misteriosa. Ma credo di avere trattato sufficientemente questo soggetto;
                  ora  cerchiamo  di  spiegare  le  forme  animali  di  cui  la  teologia  riveste
                  talvolta gli spiriti celesti.

                   VIII.  Sotto  la  figura  del  leone  bisogna  intendere  l'autorità  e  la  forza
                  invincibile  delle  sante  intelligenze  e  il  divino  mistero  che  vien  loro
                  concesso di ravvolgersi di una maestosa oscurità, sottraendo santamente
                  agli sguardi indiscreti le tracce dei loro rapporti con la divinità, (imitando

                  il  leone  che  si  dice  cancelli  colla  sua  coda  l'impronta  dei  suoi  passi,
                  quando fugge davanti al cacciatore).

                  La figura del bove, applicata agli angeli, esprime la loro potente forza, e ci
                  suggerisce  l'idea  che  essi  aprono  in  loro  stessi  dei  solchi  spirituali  per
                  ricevervi le fecondità delle piogge celesti: e le corna sono il simbolo della
                  energia con la quale essi vegliano su loro medesimi.


                  La figura dell'aquila rammenta la loro regale elevazione e la loro agilità,
                  l'impeto  col  quale  si  slanciano  sulla  preda  di  cui  si  nutrono,  la  loro
                  sagacia nello scoprirla e la loro facilità nel ghermirla, e soprattutto quella
                  acuta  vista  che  permette  loro  di  contemplare  arditamente  e  di  figgere
                  senza fatica i loro sguardi nelle splendide e radiose luci del sole divino.


                  Il  cavallo  é  il  simbolo  della  docilità  è  dell'obbedienza;  il  suo  colore  é
                  ugualmente  significativo  (Apocalisse,  20;  Zaccaria,  VIII): bianco,

                  rappresenta quello splendore degli angeli che li avvicina allo splendore
                  increato; baio, l'oscurità dei divini misteri; sauro, il divorante ardore del
                  fuoco; toppato di bianco e di nero, la facoltà di mettere in rapporto e di
                  conciliare  insieme  gli  estremi,  di  piegare  saviamente  il  superiore  verso
                  l'inferiore e di invitare ciò che é meno perfetto ad unirsi a ciò che é più
                  elevato.


                  E se noi non ci studiassimo di osservare una certa sobrietà, potremmo con
                  felici  paragoni  attribuire  alle  potenze  celesti  tutte  le  qualità  e  le  forme
                  corporali di questi vari animali, per mezzo di ravvicinamenti dai quali,
                  pur tra le differenze sensibili, scaturirebbe l'analogia come se ad esempio,
                  noi  vedessimo  nella  irascibilità  dei  bruti  quella  maschia  energia  degli
                  spiriti  di  cui  la  collera  non  é  che  un  oscuro  vestigio;  oppure  nella
                  cupidigia  di  quelli,  il  divino  amore  di  questi,  o,  per  dir  tutto  in  una
                  parola,  nei  sensi  e  negli  organi  degli  animali  irragionevoli,  i  pensieri
                  purissimi e le funzioni immateriali degli Angeli.
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