Page 18 - La Felicità
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saggezza, poiché il pensiero umano, per quanto gli è possibile in questa vita, ha già
tentato di analizzare e chiarire anche il suo significato. Non è altro che la misura dello
spirito con cui esso raggiunge l’equilibrio in maniera da non effondersi nel troppo né
restringersi al di sotto del limite della pienezza. Si effonde nella lussuria, nella volontà di
dominio, nell’orgoglio e simili con cui lo spirito d’individui incapaci di moderazione e
infelici crede d’accaparrarsi gioie e potenza. Si restringe nell’avarizia, nella
pusillanimità, nella tristezza, nella cupidigia ed altri mali di varia specie, a causa dei quali
anche gli infelici ammettono che gli uomini sono infelici. Quando invece lo spirito,
raggiunta la saggezza, la fa oggetto della sua meditazione, e quando, per usare le parole di
questo ragazzo, si tiene ad essa e non lasciandosi distogliere dalla vanità non si volge al
culto dei falsi idoli, al cui peso abbracciato potrebbe cadere dal suo Dio e inabissarsi,
allora non teme la mancanza di moderazione e quindi la privazione e l’infelicità. Pertanto
chi è felice ha la misura di se stesso, la saggezza.
Dio, in quanto Verità, è l’ideale pienezza e misura...
4. 34. Ora dove la saggezza ha la sua ragione ideale se non nella sapienza di Dio?
Sappiamo anche per magistero divino, che il Figlio di Dio è la stessa Sapienza di Dio e il
Figlio di Dio è certamente Dio. Dunque chi è felice ha Dio. Sull’argomento si è avuto
l’unanime nostro consenso all’inizio di questo banchetto. E voi siete d’avviso che la
sapienza è la stessa verità. Anche questo è stato detto: Io sono la verità (Io 14, 6). Ma
perché ci sia la verità si richiede la misura ideale da cui quella deriva e in cui realizzatasi
ritorna. Alla misura ideale non è superiore altra misura. Se infatti la misura ideale è
misura per la mediazione di una misura ideale, è misura per sé. Ma è fondamentale che la
misura ideale sia vera misura. Come la verità diventa reale dalla misura, così la misura si
conosce dalla verità. Né può avvenire dunque che si dia la verità senza la misura né la
misura senza la verità. Chi è il Figlio di Dio? È stato già detto: Verità. E proprio la misura
ideale non dovrebbe essere ingenerata? Chi dunque attraverso la verità raggiungerà la
misura ideale è felice. Questo è possedere Dio nello spirito, cioè beatificarsi in Dio. Gli
altri esseri, sebbene siano nel potere di Dio, non hanno in potere di raggiungerlo.
... di cui partecipando diveniamo felici.
4. 35. Un certo avvertimento, che opera in noi per farci ricordare di Dio, cercarlo e averne
sete senza saziarci, ci proviene dalla stessa fonte della verità. Il sole intelligibile diffonde
tale raggio sulla nostra vista interiore. Suo è il vero che pensiamo anche quando ci
affanniamo a volgerci audacemente verso di lui e contemplarlo nella sua pienezza con
occhi non ancora del tutto guariti o appena aperti. Ma ci si rivela soltanto che è Dio
perfetto per assenza di mutazione del suo essere. Infatti in lui il tutto e la singola parte
sono la stessa perfezione ed in atto è Dio totalità del possibile. Tuttavia finché cerchiamo,
non ancora dissetati alla sorgente e, per usare il solito termine, alla pienezza, dobbiamo
confessare che non abbiamo raggiunto la misura. Pertanto, nonostante l’aiuto di Dio, non
siamo ancora saggi e beati. Questo è dunque il pieno appagamento dello spirito, questa è
la felicità: conoscere con vivo sentimento religioso da chi l’uomo è indirizzato alla verità,
da quale verità è beatificato e mediante quale principio si ricongiunge alla misura ideale.
E questi tre principi sono il Dio unico ed unica sussistenza per coloro che sanno intendere
dopo aver superato la falsità della multiforme superstizione pagana”. A questo punto mia
madre, avendo rievocato le parole che erano profondamente impresse nella sua memoria
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