Page 3 - Elogio dei perfetti cristiani
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Baldovino di Ford
Elogio dei perfetti religiosi
Tract. XVI
Perfectorum religiosorum encomium
PROLOGO
La parola profetica descrive la bellezza dei nazirei. La manifesta con grandi
elogi, la innalza e la esalta con i grandi titoli che le attribuisce. Loda nei nazirei
lo splendore, il candore e il rosseggiare. E benché questi siano degli aspetti della
bellezza e ne accrescano l’incanto, tuttavia alla fine loda per nome anche la
bellezza stessa. Né si limita semplicemente a lodare, ma lo fa in paragone, sì che
queste realtà appaiono ancor più fulgide dal confronto con altre già di per sé
degne di lode: non sono confrontate con esse come da pari a pari, ma sono loro
anteposte nell’onore di una dignità altissima. Cresce la solennità della lode
quando ciò che essa celebra non solo è posto in alto, ma è posto sopra ogni cosa;
non solo è grande, ma è più grande di tutto. E la solennità della lode conosce il
suo culmine quando la realtà cui si rivolge, appoggiata sulle proprie virtù e i
propri meriti, rimane salda in se stessa, oggetto di lode, e supera, oggetto di
lode ancor più grande, le altre realtà pur degne di lode.
Ebbene, nei nazirei viene lodata non la bellezza del corpo, ma quella della vita;
non la gloria della carne, ma quella dello spirito, della virtù, dell’onestà. La
gloria della carne ha sicuramente un certo incanto presso gli occhi della carne;
ma ciò è cosa vana, fallace, come sta scritto: «Fallace è la grazia e vana è la
bellezza». Che è mai questa vana bellezza, se non una bella vanità? E che è la
grazia fallace, se non una fallacia rivestita di grazia? È rivestita di grazia, certo,
ma è pur sempre qualcosa di fallace, una cosa fallace che tuttavia ha
un’apparenza di grazia. Piace con la sua gloria a chi la osserva, ma inganna
quanti la contemplano; al pari di certi giochi di prestigio, illude gli occhi di
quanti la scrutano. Se infatti con l’intelligenza dell’occhio interiore si sondano le
parti più interne del corpo umano, che diventa mai la bellezza della carne, se
non un velo che copre ciò che è vergognoso, un ornamento per l’ignominia e la
confusione che vi si celano dietro? Sotto la gloria della carne si celano onte
nascoste che è vergognoso nominare, cui per l’uomo è fastidioso anche solo