Page 13 - Elogio dei perfetti cristiani
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è di Dio vengono giudicati tanto più belli dello zaffiro quanto più puri vengono
trovati per la sincerità della loro ricerca interiore. Essi sono sempre intenti alla
meditazione dei beni celesti, al pari del profeta che dice al Signore: «Sempre
davanti a te la meditazione del mio cuore». Lo stesso profeta, desiderando che
gli occhi della sua ricerca interiore non si pieghino verso le vanità dice:
«Distogli i miei occhi perché non vedano cose vane»; ed esponendo la purezza
del suo desiderio dice: «A te ha detto il mio cuore: ti ha cercato il mio volto; il
tuo volto, Signore, io cercherò». Rivelando infine la purezza della sua speranza
dice: «Il Signore mi renderà secondo la mia giustizia, secondo la purezza delle
mie mani davanti ai suoi occhi».
Stabiliti in tale purezza di ricerca, di desiderio, di speranza, i nazirei in certo
modo vedono sempre Dio; e da lui, che gioisce delle sue opere, nello splendore
della sua bellezza sempre sono visti come opera delle sue mani. Vi è dunque un
considerarsi l’un l’altro, un rallegrarsi dell’uno nella visione dell’altro. Così il
profeta può dire: «Gli occhi del Signore sui giusti», e il giusto: «Tengo i miei
occhi rivolti al Signore». Ecco che fin d’ora, in questa vita presente, i nazirei
vedono in certa misura Dio, gli occhi negli occhi. Ecco che essi anticipano fin
d’ora la gioia della visione futura. Ecco che gustano in primizia la dolcezza
della futura sazietà, nell’attesa di essere pienamente saziati quando apparirà la
gloria di quel Dio che è sopra ogni cosa, benedetto nei secoli. Amen.