Page 136 - Confessioni
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l’interstizio di alcun ritardo.

                  Ricapitolazione dei simboli nel primo capo della Genesi
                  34. 49. Abbiamo anche esaminato le verità che volesti adombrare con le tue opere, distribuite in quel certo
                  ordine,  e  in  quel  certo  ordine  descritte.  Le  vedemmo  buone  una  per  una, e tutte buone assai. Nel tuo
                  Verbo, tuo unico Figlio, vedemmo il cielo e la terra, il capo e il corpo della Chiesa predestinati prima
                  dell’esistenza di ogni tempo, in assenza di mattino e sera. Poi cominciasti a eseguire nel tempo le opere
                  predestinate. Volevi manifestare i tuoi disegni occulti e ordinare il nostro mondo, disordinato perché i
                  nostri peccati erano su di noi e ci eravamo allontanati da te entro una voragine tenebrosa. Il tuo spirito
                  buono era portato su di noi per soccorrerci nel tempo opportuno. Allora giustificasti gli empi, li separasti
                  dai  malvagi,  affermasti  l’autorità  del  tuo  libro  fra  gli  uomini  superiori,  che  si  inchinassero  a  te,  e  gli
                  inferiori, che ad essa si piegassero. Riunisti la società degli increduli in una massa unica, per far apparire
                  lo zelo dei credenti, desiderosi di produrti opere di misericordia distribuendo persino le ricchezze terrene
                  ai poveri per acquistare i tesori celesti. Allora accendesti nel firmamento alcuni lumi, i tuoi santi, che
                  possedevano la parola della vita, e che il privilegio dei doni spirituali faceva rifulgere di sublime autorità.
                  Poi, per diffondere la fede tra le genti incredule, producesti dalla materia corporea i sacramenti, i miracoli
                  palesi, gli ammaestramenti verbali conformi al firmamento del tuo Libro, quali benedizioni anche per i
                  credenti.  Poi  desti  forma  all’anima  viva  dei  credenti  con  gli  affetti  ordinati  da  una  vigorosa
                  mortificazione; rinnovasti a tua immagine e somiglianza la loro intelligenza sottomessa ormai a te solo e
                  non più bisognosa del modello di alcuna autorità umana; sottomettesti, come la donna all’uomo, l’attività
                  razionale al predominio dell’intelligenza, e volesti che a tutti i tuoi ministri, necessari al perfezionamento
                  dei credenti in questa vita, i credenti stessi fornissero il fabbisogno temporale, non senza frutto in futuro.
                  Tutte queste cose vediamo, e sono buone assai, perché le vedi in noi tu, che ci hai dato lo Spirito con cui
                  vederle e amarti in esse.

                  Invocazione per il riposo del settimo giorno (Gn 2. 2)
                  35. 50. Signore Dio, poiché tutto ci hai fornito, donaci la pace, la pace del riposo, la pace del sabato, la
                  pace senza tramonto. Tutta questa stupenda armonia di cose assai buone, una volta colmata la sua misura,
                  è destinata a passare. Esse ebbero un mattino, e una sera.

                  36.  51.  Ma  il  settimo  giorno  è  senza  tramonto  e  non  ha  occaso.  L’hai  santificato  per  farlo  durare
                  eternamente.  Il  riposo  che  prendesti  al  settimo  giorno,  dopo  compiute  le  tue  opere  buone  assai  pur
                  rimanendo in riposo, è una predizione che ci fa l’oracolo del tuo Libro: noi pure, dopo compiute le nostre
                  opere, buone assai per tua generosità, nel sabato della vita eterna riposeremo in te.

                  37. 52. Anche allora sarai tu a riposare in noi, come ora sei tu a operare in noi. Sarà, quello, un riposo tuo
                  per mezzo nostro, come sono, queste, opere tue per mezzo nostro. Tu però, Signore, operi sempre e riposi
                  sempre. Non vedi nel tempo, non ti muovi nel tempo, non riposi nel tempo, e tuttavia compi le nostre
                  visioni temporali, il tempo stesso e il riposo dopo il tempo.

                  38. 53. Noi vediamo dunque la tua creazione perché esiste; ma essa esiste perché tu la vedi. Noi vediamo
                  all’esterno che è, all’interno che è buona; ma tu la vedesti fatta quando e dove vedesti che doveva essere
                  fatta. Noi ora siamo spinti a fare il bene, dopo che il nostro cuore ne ebbe il concetto dal tuo spirito,
                  mentre prima eravamo spinti a fare il male abbandonandoti; ma tu, Dio unico buono, mai cessasti di fare il
                  bene. Possono alcune opere nostre essere buone, certamente per tuo dono, ma non eterne; eppure dopo di
                  esse  speriamo  di  riposare  nella  tua  grandiosa  santità.  Tu  però,  Bene  mancante  di  nessun  bene,  riposi
                  eternamente, poiché tu stesso sei il tuo riposo. La comprensione di questa verità quale uomo potrà darla a
                  un uomo? quale angelo a un angelo? quale angelo a un uomo? Chiediamo a te, cerchiamo in te, bussiamo
                  da te. Cosi, così otterremo, così troveremo, così ci sarà aperto. Amen.













                  Agostino – Confessioni                                                   pag. 134 di 134
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