Page 3 - Utilità del Credere
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AGOSTINO
                                              UTILITÀ DEL CREDERE


                  Distinzione tra l’eretico e chi crede agli eretici.
                  1. 1. Se pensassi, o Onorato, che l’eretico e chi crede agli eretici siano una
                  sola ed identica cosa, non riterrei di dover intervenire nella questione, né a
                  parole né per iscritto. Ora, però, vi è una grande differenza tra questi due
                  tipi di persone, dal momento che, secondo la mia opinione, l’eretico è colui
                  che, in vista di qualche vantaggio temporale e, soprattutto, per la propria
                  gloria e per il proprio potere, genera o segue opinioni false e insolite, mentre
                  chi crede agli eretici è un uomo ingannato da un’errata rappresentazione
                  della verità e del sentimento religioso. Appunto per questo ho ritenuto bene
                  di  non  doverti  nascondere  quello  che  penso  sul  modo  di  scoprire  e  di
                  custodire la verità, per la quale, come sai, siamo arsi di grande amore fin dai
                  primi anni della gioventù. Questa preoccupazione invece è ben remota dalle
                  menti degli uomini vani, i quali, inoltratisi troppo in queste cose materiali e
                  in esse sprofondati, ritengono che non esista niente altro all’infuori di ciò che
                  percepiscono mediante i cinque ben noti messaggeri del corpo; e, anche
                  quando tentano di staccarsi dai sensi, non pensano che alle impressioni e alle
                  immagini che da essi hanno ricevuto, presumendo di misurare in modo
                  assolutamente corretto i misteri ineffabili della verità con il loro criterio
                  mortale e interamente fallace. Niente è più facile, o mio carissimo, non solo
                  del dire ma anche dell’immaginare di aver trovato la verità; ma quanto in
                  realtà la cosa sia molto difficile, tu lo conoscerai, come confido, da questi
                  miei scritti. Ho pregato Dio e lo prego ancora, affinché essi ti giovino o che,
                  almeno, non siano affatto di danno per te e per tutti coloro ai quali per caso
                  capitassero in mano. E sarà così, spero, se sono ben consapevole che ho
                  messo mano a questo scritto con animo devoto e servizievole, e non per
                  desiderio di vana fama e di futile ostentazione.

                  La fiducia nella ragione come motivo dell’adesione di Agostino al manicheismo.
                  1.  2.  È  mia  intenzione  dunque  dimostrarti,  se  posso,  perché  i  Manichei
                  inveiscano  in  modo  empio  e  sconsiderato  contro  coloro  che,  seguendo
                  l’autorità della fede cattolica, si fortificano credendo e si preparano alla
                  futura illuminazione di Dio prima di poter contemplare quella verità che si
                  coglie solo con la mente pura. Tu sai infatti, o Onorato: noi siamo capitati fra
                  tali uomini unicamente perché promettevano che, messa da parte l’autorità
                  che incute timore, con la pura e semplice ragione avrebbero condotto a Dio e
                  liberato da ogni errore coloro che volessero ascoltarli. Che altro infatti, una
                  volta rifiutata la religione che mi era stata instillata dai miei genitori fin
                  dall’infanzia, mi avrebbe spinto a seguire ed ascoltare diligentemente quegli
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