Page 5 - Teologia Mistica
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Preghiamo per trovarci anche noi in questa tenebra luminosissima, per vedere
tramite la cecità e l’ignoranza, e per conoscere il Principio superiore alla visione ed
alla conoscenza proprio perché non vediamo e non conosciamo; in questo
consistono infatti la reale visione e la reale conoscenza. Celebreremo < allora > il
Principio sovraessenziale in modo sovraessenziale, vale a dire eliminando tutte le
cose: allo stesso modo, coloro che modellano una statua bella di per sé eliminano da
essa tutti gl’impedimenti che potrebbero sovrapporsi alla pura visione della sua
nascosta bellezza, e sono in grado di mostrare in tutta la sua purezza questa bellezza
occulta solo grazie a questo processo di eliminazione. A mio parere, le negazioni e le
affermazioni vanno celebrate con procedimenti contrari: in effetti, noi facciamo delle
affermazioni quando partiamo dai principi più originari e scendiamo attraverso i
membri intermedi fino alle ultime realtà; nel caso invece delle negazioni, noi
eliminiamo tutto allorché risaliamo dalle ultime realtà fino a quelle più originarie, in
modo da conoscere senza veli l’ignoranza nascosta in tutti gli esseri da tutte le cose
conoscibili, e da vedere la tenebra sovraessenziale nascosta da tutte le luci presenti
negli esseri.
CAPITOLO III
Qual’è la teologia affermativa, e quale la negativa
Negli “Schizzi teologici” abbiamo celebrato gli aspetti più importanti della
teologia affermativa: < abbiamo spiegato > in che senso la natura divina e buona è
chiamata una ed in che senso è chiamata trina; quale significato hanno, se riferiti ad
essa, i concetti di paternità e di figliolanza; che cosa intende mostrare la teologia
dello Spirito < santo > ; come le intime luci della bontà sono spuntate fuori dal bene
immateriale e privo di parti, senza tuttavia cessare di rimanere nel bene, in se stesse
e l’una nell’altra nonostante questo coeterno processo di germogliamento; come il
Gesù sovraessenziale ha preso l’essenza propria della vera natura umana; e tutte le
altre rivelazioni degli oracoli, celebrate negli “Schizzi teologici”. Nello scritto “Sui
nomi divini” < abbiamo spiegato > invece come mai Dio è chiamato buono, colui
che è vita, sapienza e potenza, e tutti gli altri appellativi caratteristici dei nomi divini
intellegibili. Nella “Teologia simbolica” < abbiamo spiegato > infine i nomi
trasferibili dagli oggetti sensibili alle cose divine, le forme e gli aspetti divini, le
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