Page 3 - Teologia Mistica
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(PSEUDO) DIONIGI AREOPAGITA

                                                 La Teologia Mistica




                                                     CAPITOLO I
                                                 Cos’è la tenebra divina



                    I.  Trinità  sovraessenziale  oltremodo  divina  ed  oltremodo  buona,  custode
            della  sapienza  dei  Cristiani  relativa  a  Dio,  guidaci  verso  la  cima  oltremodo

            sconosciuta, oltremodo risplendente ed altissima dei mistici oracoli, dove i misteri

            semplici,  assoluti  ed  immutabili  della  teologia  vengono  svelati  nella  tenebra
            luminosissima del silenzio che inizia all’arcano: là dove c’è più buio essa fa brillare

            ciò  che  è  oltremodo  risplendente,  e  nella  sede  del  tutto  intoccabile  ed  invisibile

            ricolma  le  intelligenze  prive  di  vista  di  stupendi  splendori.  Questa  sia  la  mia

            preghiera. Ma tu, o mio caro Timoteo, applicati intensamente alle mistiche visioni,
            metti  da  parte  le  sensazioni,  le  attività  intellettuali,  tutte  le  cose  sensibili  ed

            intellegibili, tutto ciò che non esiste e che esiste e per quanto puoi abbandonati senza

            più conoscere all’unione con ciò che è al di sopra di ogni essere e di ogni conoscenza:
            nel tuo abbandono incondizionato, assoluto e puro al raggio sovraessenziale della

            tenebra divina elimina tutto, e  una volta staccatoti da tutto lasciati portare verso

            l’alto.

                    II.  Bada  a  che  nessuno  dei  non  iniziati  ascolti:  mi  riferisco  a  coloro  che
            rimangono  prigionieri  delle  realtà,  che  pensano  che  nulla  esista  in  modo

            sovraessenziale  al  disopra  degli  esseri,  che  ritengono  di  conoscere  con  la  loro

            scienza colui che “ha fatto della tenebra il suo nascondiglio”. Se le divine iniziazioni
            vanno al di là delle  capacità di costoro, che cosa si dovrebbe dire a proposito di

            coloro che sono ancor meno iniziati, che definiscono la causa trascendente di tutto

            anche per mezzo degli esseri più bassi, e che dicono che essa non è affatto superiore
            alle empie e svariate raffigurazioni forgiate da loro? Ad essa, in quanto causa di

            tutto, vanno applicate tutte le affermazioni positive relative agli esseri; < nello stesso

            tempo > però, in quanto trascende tutto, è più giusto negare a proposito di essa tutti
            questi  attributi.  Non  si  deve  credere  che  le  negazioni  siano  contrapposte  alle

            affermazioni:  la  causa  universale,  essendo  al  di  sopra  di  ogni  negazione  ed


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