Page 3 - Perché un Dio Uomo
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SANT’ANSELMO

                                               PERCHÉ UN DIO UOMO



              PRESENTAZIONE DELL’OPERA A PAPA URBANO II

              Dopo gli Apostoli, molti santi Padri e Dottori nostri hanno illustrato le verità della fede con
              tanti e così solidi argomenti da toglierci la speranza che qualcuno, ora o in seguito, possa e-
              guagliarli nella contemplazione della verità.

              Lo fecero sia per confutare l’insipienza degli infedeli e infrangerne la pervicacia, sia per nu-
              trire coloro che, avendo già il cuore purificato dalla fede, gustano di vederne la ragionevolez-
              za: dopo la sua certezza è infatti quanto di meglio possiamo in essa desiderare. A ogni modo,
              penso che non si debba riprendere chi, fermo nella fede, vuole esercitarsi nella ricerca delle
              sue spiegazioni di ordine razionale.

              Essendo infatti «i giorni dell’uomo brevi» (Gb 14, 5), anche quei santi Padri non dissero tut-
              to quello che avrebbero potuto dire se fossero vissuti più a lungo; e poi le ragioni della verità
              sono tanto vaste e profonde che non possono essere esaurite dai mortali; per di più il Signore
              non cessa di comunicare i doni della sua grazia alla Chiesa, cui ha promesso la sua assistenza
              «fino alla consumazione dei secoli» (Mt, 28, 20).

              E pur tacendo dei versetti coi quali la Sacra Scrittura ci invita alla ricerca delle ragioni, di-
              cendo a noi «non capirete se non crederete» (Is 7, 9), essa esplicitamente ci esorta a sforzarci
              di arrivare a capire, in quanto ci insegna il modo per avvicinarci a questa intelligenza.

              Infine,  siccome  so  che  tra  la  fede  e  la  visione  (beatifica)  vi  è  uno  stato  intermedio,  cioè
              l’intelligenza di cui siamo capaci in questa vita, penso che quanto più uno progredisce in
              questa intelligenza tanto più si avvicina alla visione che tutti desideriamo.


              Perciò, sebbene la mia scienza sia assai limitata, sostenuto da queste considerazioni mi sforzo
              anch’io di assurgere un po’ – per quanto mi sarà concesso dalla divina grazia – alla spiega-
              zione razionale di ciò che crediamo. Quando poi scopro qualche cosa che prima non vedevo,
              volentieri la mostro agli altri, per imparare dal giudizio altrui quello che posso tenere con si-
              curezza.


              Perciò, Padre mio e mio Signore, Papa Urbano, che tutti i cristiani devono con rispetto ama-
              re e con amore riverire, e che la Provvidenza di Dio ha costituito Sommo Pontefice della sua
              Chiesa, sottometto il presente opuscolo alla Santità Vostra – poiché con nessun altro lo potrei
              fare più ragionevolmente – affinché con la vostra autorità approviate ciò che può essere ap-
              provato e correggiate quello che deve essere corretto.
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