Page 5 - L'unione con Dio
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Ecco il tesoro celeste e nascosto, la pietra preziosa che si deve preferire a
tutto, e cercare con umile fiducia e con sforzo costante, nella tranquillità
del silenzio, con la massima energia dell’anima, dovesse pur costarci la
perdita del benessere corporale, della lode, dell’onore.
Se così non fosse, per qual motivo ci faremmo religiosi? “Che gioverebbe
a un uomo guadagnare tutto il mondo se perdesse l’anima sua?” (14).
Che importa lo stato, la santità della professione, l’abito dei perfetti, la
testa tosata, tutto l’esteriore di una vita separata dal mondo, se poi manca
lo spirito d’umiltà e di verità dove soltanto abita il Cristo per mezzo della
fede e della carità? Dice S. Luca: “Il regno di Dio è dentro di voi” (15) ed è
appunto il Cristo.
CAPITOLO III
LA LEGGE DELLA PERFEZIONE DELL’ UOMO IN QUESTA VITA
L’unione con Dio è proporzionata al distacco dalle cose terrestri
Più lo spirito è assorbito dal pensiero e dalle cure delle cose di questo
mondo, più perde l’intimità della sua devozione e s’allontana dalle cose
celesti. Al contrario, più si darà premura di allontanare le sue facoltà dal
ricordo, dall’amore, dal pensiero delle cose inferiori per fissarle nelle cose
superiori, più sarà perfetta la sua devozione, e più diventerà pura la sua
contemplazione.
E’ impossibile che l’anima possa applicarsi, perfettamente a due oggetti
nello stesso tempo, quando essi sono dissimili come il giorno e la notte
(16).
Chi vive unito a Dio abita nella luce, chi si attacca al mondo vive nelle
tenebre.
In che consiste la più alta perfezione in questo mondo
La più alta perfezione dell’uomo in questa vita consisterà dunque nel
raggiungere una tale intimità con Dio, da procurare che tutte le facoltà e
potenze dell’anima rimangano raccolte in lui e formino come un
medesimo spirito con lui (17) e l’anima non ricordi che Dio, non senta e
non comprenda che Dio, che tutti i suoi affetti, uniti nella gioia
dell’amore, non trovino riposo che nel possesso del Creatore.
L’immagine di Dio, impressa nell’anima, è infatti costituita dalla ragione,
della memoria e dalla volontà; ma fino a quando queste facoltà non
portano l’impronta perfetta di Dio, non gli rassomigliano come nei giorni
della prima creazione dell’uomo (18).
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