Page 3 - Deliberazioni dei primi padri
P. 3
J H S
DELIBERAZIONE DEI PRIMI PADRI
In questo documento è descritto un discernimento spirituale comunitario denominato “Deliberazione dei
nostri primi Padri”.
Il documento è del 1539: da metà quaresima alla festa di S. Giovanni Battista, 24 giugno, i dieci primi
compagni protrassero una consultazione plenaria per circa tre mesi su un argomento capitale, che lo
stesso padre Ignazio indicava sull’esterno del documento: «1539. En tres meses. El modo de ordenarse la
Compania “para dar obediencia a uno della”». In altre parole la questione verteva su come organizzare
la realtà nascente della Compagnia di Gesù e soprattutto se essa avrebbe dovuto prestare obbedienza a
uno di loro stessi.
La consultazione si tenne a Roma dove Ignazio di Loyola, Francesco Saverio, Pietro Fabro, Giacomo
Laynez, Alfonso Salmerón, Simone Rodriguez, Nicola Bobabilla, Pascasio Broët, Claudio Jaio e
Giovanni Codurio erano riuniti e operosi, dopo che era sfumato il primo disegno di recarsi in Palestina.
Non tutti e dieci furono partecipi di quella fatica trimestrale (dopo Pasqua, quell’anno il 6 aprile, Broet e
Rodriguez furono inviati a Siena), ma certo l’insieme della deliberazione è di tutti loro: essi ne sono
comunitariamente gli autori (l’estensore materiale fu probabilmente il Codurio o il Fabro).
Unità e pluralità di pareri
La scorsa quaresima, quando ormai era giunto il tempo di doverci separare in diverse
direzioni – e aspettavamo questo momento con vivissimo desiderio per attuare più
sollecitamente il fine che avevamo maturato, prestabilito e posto in cima alle nostre
aspirazioni – decidemmo di riunirci tra di noi per molti giorni prima di separarci, allo
scopo di trattare insieme di questa nostra vocazione e umile impostazione di vita.
Ci riunimmo molte volte: francesi, spagnoli, sabaudi e baschi; e a proposito di questo
nostro stato di vita ci trovavamo su posizioni e pareri diversi. Tutti avevamo la stessa
mente, la stessa volontà, cioè: cercare con perfezione la volontà e il beneplacito di Dio,
come richiede la nostra vocazione. Quanto poi ai mezzi più idonei e fruttuosi, sia per
noi che per il nostro prossimo, avevamo una certa pluralità di giudizi.
Nessuno dovrebbe meravigliarsi che tra noi, così deboli e fragili, sia intercorsa questa
pluralità di giudizi, dal momento che gli stessi Principi e colonne della Chiesa (Gal
2,11) e tanti altri santi a cui certo non possiamo paragonarci neppure da lontano, hanno
avuto pareri diversi e talora contrari, e questi loro giudizi contrastanti hanno tramandato
per iscritto.
Anche noi dunque avevamo pareri diversi. Ma, insieme, eravamo solleciti e attenti a
scoprire e aprire una via da percorrere per offrirci tutti e interamente al nostro Dio,
intendendo che tutto, di noi, riuscisse a lode, onore e gloria del Signore. Decidemmo
infine, e di comune accordo stabilimmo di impegnarci più fervorosamente del solito
nella preghiera, nel Santo Sacrificio e nella meditazione; e, usata così ogni diligenza,
affidare poi al Signore ogni nostro pensiero, fiduciosi in Lui: Egli, così buono e
generoso che non nega spirito retto a nessuno che glielo domandi con cuore umile e