Page 3 - Confessioni
P. 3
AGOSTINO DI IPPONA
Confessioni
Libro primo
NASCITA, INFANZIA E FANCIULLEZZA
Invocazione a Dio
Come invocare Dio?
1. 1. Tu sei grande, Signore, e ben degno di lode; grande è la tua virtù, e la tua sapienza incalcolabile. E
l’uomo vuole lodarti, una particella del tuo creato, che si porta attorno il suo destino mortale, che si porta
attorno la prova del suo peccato e la prova che tu resisti ai superbi. Eppure l’uomo, una particella del tuo
creato, vuole lodarti. Sei tu che lo stimoli a dilettarsi delle tue lodi, perché ci hai fatti per te, e il nostro
cuore non ha posa finché non riposa in te. Concedimi, Signore, di conoscere e capire se si deve prima
invocarti o lodarti, prima conoscere oppure invocare. Ma come potrebbe invocarti chi non ti conosce? Per
ignoranza potrebbe invocare questo per quello. Dunque ti si deve piuttosto invocare per conoscere? Ma
come invocheranno colui, in cui non credettero? E come credere, se prima nessuno dà l’annunzio?.
Loderanno il Signore coloro che lo cercano?, perché cercandolo lo trovano, e trovandolo lo loderanno.
Che io ti cerchi, Signore, invocandoti, e t’invochi credendoti, perché il tuo annunzio ci è giunto. T’invoca,
Signore, la mia fede, che mi hai dato e ispirato mediante il tuo Figlio fatto uomo, mediante l’opera del tuo
Annunziatore.
Perché invocare Dio?
2. 2. Ma come invocare il mio Dio, il Dio mio Signore? Invocarlo sarà comunque invitarlo dentro di me;
ma esiste dentro di me un luogo, ove il mio Dio possa venire dentro di me, ove possa venire dentro di me
Dio, Dio, che creò il cielo e la terra? C’è davvero dentro di me, Signore Dio mio, qualcosa capace di
comprenderti? Ti comprendono forse il cielo e la terra, che hai creato e in cui mi hai creato? Oppure,
poiché senza di te nulla esisterebbe di quanto esiste, avviene che quanto esiste ti comprende? E poiché
anch’io esisto così, a che chiederti di venire dentro di me, mentre io non sarei, se tu non fossi in me? Non
sono ancora nelle profondità degli inferi, sebbene tu sei anche là, e quando pure sarò disceso all’inferno,
tu sei là. Dunque io non sarei, Dio mio, non sarei affatto, se tu non fossi in me; o meglio, non sarei, se non
fossi in te, poiché tutto da te, tutto per te, tutto in te. Sì, è così, Signore, è così. Dove dunque t’invoco, se
sono in te? Da dove verresti in me? Dove mi ritrarrei, fuori dal cielo e dalla terra, perché di là venga in me
il mio Dio, che disse: “Cielo e terra io colmo”?
La presenza di Dio nell’universo
3. 3. Ma cielo e terra ti comprendono forse, perché tu li colmi? o tu li colmi, e ancora sopravanza una
parte di te, perché non ti comprendono? E dove riversi questa parte che sopravanza di te, dopo aver
colmato il cielo e la terra? O non piuttosto nulla ti occorre che ti contenga, tu che tutto contieni, poiché
ciò che colmi, contenendo lo colmi? Davvero non sono i vasi colmi di te a renderti stabile. Neppure se si
spezzassero, tu ti spanderesti; quando tu ti spandi su di noi, non tu ti abbassi, ma noi elevi, non tu ti
disperdi, ma noi raduni. Però nel colmare, che fai, ogni essere, con tutto il tuo essere lo colmi. E dunque,
se tutti gli esseri dell’universo non riescono a comprendere tutto il tuo essere, comprendono di te una sola
parte, e la medesima parte tutti assieme? oppure i singoli esseri comprendono una singola parte, maggiore
i maggiori, minore i minori? Dunque, esisterebbero parti di te maggiori, altre minori? o piuttosto tu sei
intero dappertutto, e nessuna cosa ti comprende per intero?
Agostino – Confessioni pag. 1 di 134