Page 7 - La regola del Carmelo
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Il lavoro manuale

                  [20]  Dovete  fare  qualche  lavoro,  così  che  il  diavolo  vi  trovi  costantemente
                  occupati  e  non  non  avvenga  che,  a  motivo  della  oziosità  vostra,  egli  possa
                  insinuarsi  nelle  vostre  anime.  Avete  in  questo  l’insegnamento  e  anche
                  l’esempio  dell’apostolo  san  Paolo,  per  bocca  del  quale  parlava  Cristo,  e  che
                  Dio  ha  costituito  e  dato  quale  predicatore  e  maestro  delle  genti  nella  fede  e
                  nella verità: seguendo lui non potrete sbagliare.
                  Abbiamo  vissuto  tra  voi  –  egli  dice  –  lavorando  con  fatica  e  sforzo  notte  e
                  giorno,  per non  essere  di peso  a  nessuno  di voi.  Non  che  non  ne  avessimo
                  diritto [di essere mantenuti] ma per darvi in noi stessi un esempio da imitare.
                  Infatti quando eravamo presso di voi ripetevamo con insistenza: se qualcuno
                  non vuole lavorare, neppure mangi. E abbiamo sentito che alcuni di voi vivono
                  in modo disordinato, senza fare nulla. Sollecitiamo questi tali e li scongiuriamo
                  nel  Signore  Gesù  Cristo  a  lavorare  senza  chiacchiere  e  guadagnarsi  il  pane
                  che mangiano. Santa e buona è questa via: camminate in essa.

                                                        Il silenzio

                  [21]  L’Apostolo  raccomanda  così  il  silenzio,  quando  ordina  di  lavorare  in
                  silenzio;  allo  stesso  modo  anche  il  profeta  afferma:  il  silenzio  educa  alla
                  giustizia;  e  ancora:  nel  silenzio  e  nella  speranza  starà  la  vostra  forza.
                  Stabiliamo pertanto che, finita la recita di  Compieta, osserviate il silenzio fino
                  alla  recita  completata  di  Prima  del  giorno  seguente.  Fuori  di  questo  periodo,
                  benchè  non  sia  prescritta  una  osservanza  rigorosa  del  silenzio,  bisogna,
                  tuttavia,  guardarsi  con  cura  dalle  troppe  parole.  Infatti,  come  sta  scritto  –  e
                  anche l’esperienza lo insegna – nel molto parlare non potrà mancare la colpa,
                  e:  chi  non  si  controla  nel  parlare  va  incontro  alla  rovina.  Similmente:  chi
                  abbonda  nel  parlare  danneggia  se  stesso.  E  dice  ancora  il  Signore  nel
                  Vangelo:  di ogni parola  superflua  che  gli  uomini  proferiranno,  ne  renderanno
                  conto il giorno del giudizio.
                  Ciascuno, perciò, pesi le sue parole e ponga freni opportuni alla sua bocca, per
                  non  sbagliare  e  cadere  a  causa  della  lingua,  e  la  sua  caduta  non  divenga
                  incurabile e mortale. Vegli sulla sua condotta, per non peccare nelle sue parole,
                  come dice il profeta; e si sforzi di osservare con diligenza e con attenzione quel
                  silenzio che educa alla giustizia.

                                                Il Priore, umile servitore

                  [22]  Tu,  fratello  B[rocardo],  e  chiunque  dopo  di  te  sarà  eletto  priore,  abbiate
                  sempre  in  mente  ed  osservate  nelle  opere  quello  che  il  Signore  dice  nel
                  Vangelo: chiunque tra voi vuole essere più grande sarà vostro servo e chi vuole
                  essere il primo sarà vostro schiavo.

                                              L’obbedienza verso il Priore
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