Page 22 - Massime di Perfezione Cristiana
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14. Questo spirito d'intelligenza gli dice, che anche per rispetto alla carità
da esercitarsi da lui verso i suoi fratelli, la volontà di Dio suole
primieramente ed ordinariamente manifestarsi mediante le esterne
circostanze.
15. Queste circostanze, dalle quali egli può fondatamente conoscere quali
atti particolari di carità egli sia chiamato ad esercitare verso il suo
prossimo, sono le seguenti:
I - il venirgli sotto agli occhi i bisogni del prossimo; dicendogli S.
Giovanni chiaramente: «Chi avrà della sostanza di questo mondo, e vedrà
il suo fratello patire necessità, e chiuderà a lui le sue viscere; come la
carità di Dio si rimane in lui» (1Gv 3,17);
II - l'essere richiesto di qualche servigio caritatevole dal prossimo suo;
poiché il divin Maestro, che in un luogo dice: «Siate perfetti come è
perfetto il vostro Padre celeste» (Mt 5,48), e in altra parte dice, che il
nostro Padre celeste ci dà tutto quello che noi in nome suo gli
domandiamo. Anche il Cristiano adunque dia tutto quello che può dare,
quando il prossimo glielo addimanda, se vuole essere perfetto come è
perfetto il Padre celeste.
16. Acciocché possa egli eseguir bene l'opera della carità che gli è
richiesta, dee prestarla animosamente ed ilaremente, se pur vuole
corrispondere alla vocazione di una vita perfetta nella carità;e ciò che farà
con suo grave incomodo, con suo grave dispendio, con tutto insomma
quel fervido amore, che non cerca e non pensa alle cose proprie, ma pensa
sempre alle cose altrui; con quella carità che ha esercitato verso gli uomini
il divin Maestro, la perfezione della quale Egli ha mostrato che non ha
limiti di umane delicatezze, arrivando sino al sangue, ed al sangue su di
un patibolo.
17. In tal modo succede, che l'umile e fervoroso Cristiano, il quale da
parte sua non sa eleggersi se non una vita nascosta, ritirata da’ pericoli e
dagli uomini, una vita tutta occupata in una perpetua contemplazione,
divisa fra la prolissa orazione, e lo studio o l'esercizio di qualche
professione od arte meccanica, le necessità della vita, e alcuni istanti di
riposo; venga bel bello dalle forze della carità tratto fuori dal suo
nascondiglio, amato da lui non per inerzia, ma per sincera umiltà, e
condotto ad una vita attiva; immerso anche, se Dio lo vuole, in un infinito
pelago di cure, brighe, faccende e negozi grandi e piccoli, illustri ed
abbietti, per bene del prossimo suo, secondo che la volontà di Dio ha
disposto che a lui questi o quelli i primi si rappresentino.
18. Con un tale spirito d'intelligenza il Cristiano pieno di carità diventa,
nelle circostanze, maggiore di se stesso, abbraccia cose grandissime,
faticosissime, pericolosissime, tutto insomma, purché Iddio gli faccia
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