Page 16 - Frasi agostiniane
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fremevo. (Confess. 9, 4, 10)
147. Magis sunt vivorum solatia quam subsidia mortuorum.
(La cura del funerale, la condizione della sepoltura e il fasto delle esequie) Sono
piuttosto consolazioni per i vivi che aiuti per i morti. (De civ. Dei 1, 12. 1)
148. Vis audire consilium? Si vis ab illo fugere, ad ipsum fuge.
Vuoi un consiglio? Se vuoi fuggire lontano da lui, fuggi verso di lui. (In Io. Ep. tr. 6,
3)
149. Quando autem et teipso interior est, non est quo fugias a Deo irato, nisi ad Deum
placatum: prorsus non est quo fugias.
E se poi Dio è più interiore a te di te stesso, non c'è dove fuggire da Dio irato, se
non verso Dio placato. Altrove non hai scampo. (En. in ps. 74, 9)
150. Intellegat non se esse episcopum, qui praeesse dilexerit, non prodesse.
Non è vescovo chi ama essere capo senza essere utile. (De civ. Dei 19, 19)
151. Quamobrem otium sanctum quaerit caritas veritatis, negotium iustum suscipit
necessitas caritatis.
Per questo l'amore della verità ricerca la santità della contemplazione, mentre il
dovere della carità ricerca un giusta attività. (De civ. Dei 19, 19)
152. Quia nec propter malos, qui videntur esse intus, deserendi sunt boni, qui vere sunt
intus.
Nemmeno a causa dei cattivi, che sembrano essere dentro la Chiesa, si debbono
lasciare i buoni, che veramente sono dentro la Chiesa. (Contra Cresc. 2, 33, 42)
153. Fugio paleam, ne hoc sim; non aream, ne nihil sim.
Fuggo la paglia, per non essere anch'io paglia; non fuggo dall'aia, per non essere
nulla. (Contra Cresc. 3, 35, 39)
154. Si quam operam vestram mater Ecclesia desideraverit, nec elatione avida suscipiatis
nec blandiente desidia respuatis.
Se la madre Chiesa chiedesse i vostri servigi, non assumeteli per brama di salire in
alto, né rifiutateli spinti dal dolce far nulla. (Ep. 48, 1-2)
155. Ubi enim mihi animus erga me hominis ignotus est et incertus, melius arbitror
meliora sentire quam inexplorata culpare.
Quando non conosco bene l'animo di una persona verso di me, preferisco pensar
bene, piuttosto che incolpare senza prove. (De an. et eius or. 1, 2, 2)
156. Nunc autem nescio nec me pudet, ut istum, fateri nescire quod nescio.
Ora però non so e non mi vergogno, come costui, di riconoscere di non sapere
quello che non so. (De an. et eius orig. 1, 15, 25)
157. Aliud est discere aliud videri sibi didicisse.
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